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6 aprile 2021

La realtà virtuale dei nostri antenati: le illusioni del Panorama di Barker.

Panorama

La piattaforma da cui, ad Amsterdam, si poteva ammirare il Panorama di Costantinopoli. 1883-1885 (incisione di Jules-Arsène Garnier).

Londra, 19 giugno 1787

Il pittore irlandese Robert Barker (1739-1806) ottiene il brevetto per un nuovo dispositivo da lui ideato: una tela di enormi dimensioni dipinta con una veduta a 360°, nella quale di volta in volta saranno rappresentate la veduta di una città, di un'importante battaglia o di qualsiasi altro avvenimento o paesaggio che offra uno scenario molto ampio.

Edimburgh Panorama
Il Panorama circolare di Edimburgo dipinto da Barker nel 1792 (da una riproduzione in scala ridotta). La tela era progettata per essere osservata a 360° come nella gif sotto. Il diametro di questo Panorama era di circa 15 metri e l'altezza di circa 7 metri. In seguito i panorami raggiungeranno anche i 50 m. di diametro.
Edimburgh Panorama
Robert Barker

Robert Barker (1739-1806) era un pittore itinerante specializzato in ritratti e paesaggi. A quanto pare, non sempre gli affari gli andavano bene, tanto che si ritrovò per qualche tempo a soggiornare in prigione per debiti non onorati.
Ma l'invenzione del Panorama fece la sua fortuna e risolse definitivamente i problemi finanziari.
Dopo la sua morte, l'attività fu proseguita dai due figli, uno dei quali, Henry Barker, era a sua volta pittore e si occupava di creare i nuovi panorami. L'attività della famiglia Barker nel campo dei Panorami proseguì fino al 1860.
Oggi non è sopravvissuta nessuna delle tele dipinte dai Barker.

Il brevetto di Barker descrive accuratamente la modalità di esposizione della tela. L'enorme veduta viene collocata all'interno di un'apposita struttura circolare in modo da apparire come un dipinto senza fine, con le due estremità che si raccordano alla perfezione. Al centro della struttura è collocata una piattaforma rialzata e recintata dalla quale il pubblico può ammirare dalla giusta distanza la veduta circolare, come se si trovasse al centro della scena rappresentata sulla tela. Una tettoia sopra il pubblico impedisce di vedere i limiti superiori del dipinto e gli ampi finestroni sul soffitto che l'illuminano dall'alto. Ugualmente, sono nascosti alla vista i limiti inferiori del dipinto. Insomma, viene escluso dallo sguardo dello spettatore qualsiasi elemento estraneo alla veduta dipinta. Lo spettatore, interamente circondato dal grande dipinto e non avendo altri punti di riferimento, è indotto a scambiare il paesaggio dipinto con la realtà, come se l'osservasse da una terrazza all'aria aperta. L'illusione è aumentata dagli effetti di chiaroscuro e dalla profondità delle prospettive utilizzate nella realizzazione dell'enorme tela.
In un primo momento Barker da al suo dispositivo il nome francese di La Nature a coup d'oeil, ma ben presto passa a denominarlo con un neologismo di sua creazione che avrà grande successo: Panorama (un po' come dire: visione totale). Il neologismo di Barker, come sappiamo, è entrato nell'uso ordinario di molte lingue, anche se oggi la parola panorama viene usata raramente con riferimento specifico al dispositivo ideato da Robert Barker.

Cyclorama section
In questa illustrazione della sezione di un Panorama si riconosce al di sopra della piattaforma che ospita il pubblico la tettoia che delimita il campo visivo degi spettatori al solo dipinto installato sulla parete circolare. In basso, il corridoio buio da cui il pubblico accede, tramite una scaletta, alla piattaforma. Il momentaneo disorientamento che deriva dal brusco passaggio dal buio alla luce quando si raggiunge la piattaforma aumenta l'effetto scenico.

La prima esibizione del dispositivo di Barker avviene a Edimburgo nel 1788. Per circa cinque mesi viene esposto un dipinto a 360°, realizzato da Barker stesso con l'aiuto di alcuni collaboratori, tra cui il figlio Henry, raffigurante una veduta circolare della città di Edimburgo presa dalla collina di Calton. Il successo è notevole e quindi Barker decide di trasferire l'esibizione a Londra, in un edificio appositamente costruito in Leicester Square. Alla veduta di Edimburgo si succede una veduta di Londra e poi altre, con grande successo di pubblico.

leicester square panorama
L'ingresso del Panorama di Leicester Square a Londra. Sul retro si riconosce la tipica struttura cilindrica necessaria a ospitare le enormi tele dipinte.

leicester square panorama
Il Panorama di Leicester Square aveva la particolarità di avere due piani. Quindi poteva ospitare due tele panoramiche contemporaneamente. Il giorno prima della sua apertura ufficiale al pubblico, l'allestimento fu onorato dalla visita del re Giorgio III con la regina Carolina e cinque principesse reali. Il Panorama di Barker divenne l'evento più acclamato e popolare dell'epoca.

Da Londra il Panorama raggiunge presto le altre metropoli europee. La struttura circolare necessaria a ospitare le enormi tele a 360° verrà edificata nel tempo in tutte le città importanti dell'epoca, tra cui Amsterdam, Vienna, Berlino e, naturalmente, Parigi.

Colosseum Panorama Regents Park
Il Panorama Colosseum a Regents Park - Londra

passage des panoramas
I due Panorami gemelli costruiti a Monmartre, a Parigi (un po' coperti dagli alberi). Oggi non esistono più, ma è rimasto l'ingresso centrale e porta ancora il nome di Passage des Panoramas.

passage des panoramas

Panorama chicago expo 1893
Il Panorama all'Expo di Chicago - 1893

Panorama Tokyo 1910
Tokyo - 1910

Insomma, esplose una vera e propria Panoramamania che dalla fine del XVIII secolo attraversò, con fasi alterne, tutto l'800 e oltre.
A Parigi il Panorama esordisce nel 1799: venne costruita un'apposita rotonda proprio nelle immediate adiacenze del Convento in cui Robertson presentava la sua Fantasmagoria. Pare che Robertson fosse molto infastidito da questo concorrente troppo vicino e troppo di successo. Ma questa rotonda fu solo la prima, perché Parigi giunse ad ospitare contemporaneamente fino a sette strutture fisse dedicate esclusivamente a questo tipo di spettacoli.
Molto apprezzati erano i Panorami dipinti da Pierre Prévost (1766-1823), pittore di una precisione quasi maniacale. Infatti erano la perizia e la precisione di chi dipingeva i panorami a far si che il pubblico si sentisse trasportato all'aria aperta, in un altro luogo e in un altro tempo.

Pierre Prévost Panorama de Paris pris du toit du pavillon de Flore aux Tuileries
Un Panorama di Parigi dipinto da Prévost. Vi si riconosce chiaramente la tecnica della poliprospettiva, utilizzata da tutti i pittori di panorama, indispensabile per realizzare questo tipo di tele. Sotto, una sua resa a 360°.

Pierre Prévost Panorama de Paris pris du toit du pavillon de Flore aux Tuileries

Prévost teneva anche dei veri e propri corsi di pittura panoramica, a quanto pare molto frequentati. Tra i suoi consigli agli allievi, raccomandava di curare particolarmente la pittura del cielo: "Con un brutto cielo un Panorama non può creare l'illusione. Dalla sua esecuzione dipende l'effetto generale."

Cochereau Prévost

Prévost tiene una lezione sui Panorami (dipinto di Léon Mathieu Cochereau)

Per realizzare le tele gigantesche dei Panorami si utilizzavano squadre di pittori professionisti coordinati dal pittore responsabile dell'opera.
Ovviamente, requisiti fondamentali erano il realismo dell'immagine e la sua profondità.
Nella foto a fianco si sono messi in posa i pittori e alcuni dei modelli utilizzati nella realizzazione di un Panorama relativo a qualche importante battaglia.
panorama Battle of TrafalgarI visitatori dei Panorami ricevevano una sorta di mappa che permetteva di riconoscere e distinguere i vari elementi della scena rappresentata.

Questa a fianco è la mappa del Panorama de La Battaglia di Trafalgar, esposto nel 1806 a Leicester Square da Henry Barker, figlio e allievo di Robert Barker. L'opera a cui si riferisce la mappa aveva un'altezza di 9 metri e un diametro di 27 metri.

Mentre passeggiava intorno alla piattaforma lo spettatore osservava l'intera veduta a 360°, ricevendo dalla mappa ricevuta all'ingresso le indicazione e le notizie necessarie ad apprezzare meglio ciò che i suoi occhi vedevano. Un po' come una guida turistica.
Infatti le ragioni del duraturo successo del Panorama non sono da ricondurre alla semplice illusione ottica della messa in scena. Oltre a questa, il Panorama donava l'illusione di compiere dei viaggi istantanei in epoche e spazi anche molto lontani. Quando il turismo di massa era un fenomeno ancora lontano a venire, il Panorama offriva un'esperienza importante e facilmente accessibile anche a un pubblico di modeste condizioni.

Panorama

A proposito di viaggi, vale la pena di riportare il commento decisamente poco gentile nei confronti degli Italiani, espresso da un giornalista britannico dopo aver visitato il Panorama delle rovine di Pompei (esposto a Londra nel 1824): La bellezza di Pompei e dei suoi dintorni sono a portata di mano a Leicester Square e senza bisogno di soffrire le fatiche di un lungo viaggio, la disonestà dei locandieri, il pericolo di incontrare banditi, la scorrettezza dei doganieri che saccheggiano con il passaporto in mano, gli indescrivibili disagi della cucina italiana(!), gli insopportabili fastidi di quel massimo abominio che è un letto italiano.

cosa resta oggi del Panorama


Oggi la gran parte delle tele dipinte per i Panorama sono andate perdute. Infatti, quando una tela panoramica esauriva il suo ciclo commerciale, date le enormi dimensioni era costoso e difficile pensare di conservarla. Se non c'era la possibilità di cederla a Panorami concorrenti, magari in altre città, la tela veniva tagliata a pezzi e venduta come tapezzeria. Alcuni dei pochi Panorami superstiti sono entrati negli archivi dei musei e solo occasionalmente vengono mostrati. Date le dimensioni, queste tele possono essere conservate solo arrotolate come tappeti (foto a fianco).
Esistono ancora alcuni Panorami che vengono regolarmente esposti al pubblico. Il più antico è il Panorama di Thun, in Svizzera (risale al 1814). In Olanda, all'Aia, è esposto il Panorama Mesdag dal nome del pittore che lo realizzò nel 1881 (Hendrik Willem Mesdag). L'ho visitato personalmente e devo dire che ho trovato l'esperienza molto interessante, a tratti anche intensa.
Si può trovare un elenco dei Panorami ancora esistenti qui.
Le foto che seguono sono tratte dai siti di alcuni Panorami ancora in attività:

Panorama di Thun

thun panorama thun panorama

Panorama Mesdag

Panorama mesdagPanorama mesdag

Gettysburg Cyclorama

Gettysburg CycloramaGettysburg CycloramaGettysburg Cyclorama

Panorama Museum Salisburgo

Vanderlyn Panorama (Panorama di Versailles)

Vanderlyn PanoramaVanderlyn Panorama

Mi chiamo Paolo Leo e vivo in Sardegna.
Per eventuali contatti: masaccio@tiscali.it